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«Campagna partita male ha favorito il 'No'»
Affondo dell'ex capo di Stato Napolitano all'indomani del dibattito in tv a cui hanno partecipato Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky su La 7
«Se vince il Sì è una cosa molto buona. Dobbiamo stare attenti però a come si porta avanti questa campagna, abbiamo ancora due mesi, perché non si è partiti bene. Sono stati fatti degli errori che hanno facilitato il No». A dirlo sabato mattina è il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, intervento in una lectio magistralis alla scuola di formazione politica del Pd in corso a Roma.
«Sì, Renzi ha capito. Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perché erano contro Renzi. Ma se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno. Tra decreti e fiducie - ha aggiunto l’ex capo dello Stato - il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma». Napolitano ha poi spiegato: «C’è chi dice "io voto No per difendere il Parlamento". Ma chiedo, sai come è ridotto ora il Parlamento? Per nove anni ho ricevuto gruppi delle opposizioni che lamentavano un Parlamento ridotto a uno straccio, perché quando si fa votare una legge Finanziaria con un maxiemendamento di un unico articolo e 1.300 commi significa uccidere il Parlamento. Ma - ha osservato Napolitano - se non si possono prevedere i tempi di approvazione di una legge» e questa è sottoposta a un percorso accidentato in Parlamento, ecco che «scatta il maxiemendamento o la decretazione d’urgenza con fiducia». Ebbene, per Napolitano «tutto questo può finire con la riforma costituzionale e la vittoria del Sì al referendum. Questa è la sostanza: riabilitare il ruolo del Parlamento». Poi certo, «tutto dipende dal popolo sovrano».
La dichiarazione arriva all'indomani del confronto tv con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e lo stesso Matteo Renzi su La 7. «Io ho accettato di fare un passo indietro sull'Italicum, che non è un rischio per la democrazia per me. Ma se vogliamo cambiarlo, noi come Pd prenderemo un'iniziativa per togliere ogni dubbio sulla legge elettorale». Ha detto quindi il premier, confermando non solo la volontà di aprire a modifiche alla sua legge elettorale, ma auspicando che sarà il Pd a fare una proposta. E se difende il ballottaggio che dà la possibilità di sapere chi vince la sera del voto, indica un elemento che si può modificare: «Vorrei cambiare il sistema dei capilista bloccati», afferma. Poi spiega: «Non votiamo sulla legge elettorale ma sulla riforma costituzionale. Ma che la legge elettorale cambierà lo hanno compreso anche i sassi ormai, purtroppo», ha affermato Renzi. Ma a chi, come i 5 stelle, invoca un sistema proporzionale, replica: «L'Italicum è già un proporzionale e almeno il 74% dei parlamentari della maggioranza è eletto con le preferenze». Ma, assicura, la disponibilità è «vera e sostanziale». |
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01-10-2016
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