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«Accogliere omosessuali e trans, ma no a teoria gender»
Questo l'appello del Papa nel discorso rivolto allo sceicco Allahshukur Pashazadeh, capo dei musulmani del Caucaso. «Fraternità non piace a chi lucra su divisioni»
Si deve «accogliere e accompagnare» omosessuali e trans, «questo è quello che farebbe Gesù oggi». A dirlo è Papa Francesco, rientrando dalla Georgia, sul volo che lo riporta in Italia. Il Pontefice coferma quindi di voler condannare la teoria gender, ma le persone sono un’altra cosa. Spiega di avere accompagnato, da Papa, persone «con tendenze e anche pratiche omosessuali». Poi racconta la storia di una ragazza divenuta uomo e lo fa sempre al maschile, dice: «Lui che era lei ma è lui. Però adesso non dite che santificherò i trans, eh? Già mi vedo le prime pagine...».
«Salga il grido accorato: mai più violenza in nome di Dio!». Questo l'appello di Papa Francesco, intervenuto domenica nella moschea di Baku, in Azerbaijan, in presenza dello sceicco Allahshukur Pashazadeh capo dei musulmani del Caucaso e dei capi religiosi locali della chiesa ortodossa russa e della comunità ebraica.
Papa Francesco, nel suo ultimo appuntamento in Azerbaijan, prima di tornare in serata a Roma, ha rivolto un messaggio contro ogni forma di divisione scandendo: «Dio non può essere invocato per interessi di parte e per fini egoistici, non può giustificare alcuna forma di fondamentalismo, imperialismo o colonialismo. Ancora una volta, da questo luogo così significativo, sale il grido accorato: mai più violenza in nome di Dio! Che il suo santo nome sia adorato, non profanato e mercanteggiato dagli odi e dalle contrapposizioni umane».
«Nella notte dei conflitti, che stiamo attraversando, le religioni siano albe di pace, semi di rinascita tra devastazioni di morte, echi di dialogo che risuonano instancabilmente, vie di incontro e di riconciliazione per arrivare anche là, dove i tentativi delle mediazioni ufficiali sembrano non sortire effetti - ha poi detto Francesco -. La fraternità e la condivisione che desideriamo accrescere non saranno apprezzate da chi vuole rimarcare divisioni, rinfocolare tensioni e trarre guadagni da contrapposizioni e contrasti; sono però invocate e attese da chi desidera il bene comune, e soprattutto gradite a Dio, compassionevole e misericordioso, che vuole i figli e le figlie dell'unica famiglia umana tra loro più uniti e sempre in dialogo». |
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03-10-2016
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