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Ungheria, referendum migranti manca il quorum
Domenica voto sulle quote obbligatorie di profughi in Europa voluto dal premier Orban. Le opposizioni esultano e chiedono le dimissioni del premier. Ma lui resiste
Un voto per dire alle imposizioni di Bruxelles in materia di immigrazione (e in fondo non solo a quella). L'Ungheria è andata alle urne infatti per il referendum voluto dal premier Viktor Orbàn sulle quote di ripartizione dei migranti arrivati in Europa. Scontata la vittoria del "no", ma la comsultazione manca il quorum del 50% necessario perché il voto sia valido.
Il voto ha visto 95,5 per cento dei votanti schierarsi per l no alle quote di ripartizione di migranti decise dalla Ue. Tuttavia, alle urne si è recato solo il 43,42 per cento circa degli aventi diritto, ben sotto il quorum del 50 per cento necessario perché un referendum sia valido secondo Costituzione e leggi magiare. Sconfitta netta dunque per Orbàn, che le opposizioni vorrebbero ora dimissionario.
Alla vigilia del voto, in linea con i precedenti consultazioni referendarie (in quella del 2004 sull'adesione all'Unione europea votò il 48% degli aventi diritto), i sondaggi prevedevano un'affluenza inferiore alla soglia del 50%: tra il 38% e il 48% secondo gli analisti ungheresi (42% degli 8,27 milioni di elettori secondo l'istituto Median). La vittoria del "no" sembra schiacciante: tra l'80 e il 90% di coloro che andranno a votare si schiererà contro il quesito che recita: "Vuole che l'Ue possa prescrivere l'insediamento obbligatorio di cittadini non ungheresi anche senza il consenso del Parlamento ungherese?". |
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02-10-2016
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