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NEO EDIZIONI ALLA RICERCA DEI RACCONTI PERDUTI - INTERVISTA A FRANCESCO COSCIONI
Lanciato il suo primo concorso per la narrativa 2024, con termine ultimo per mandare le opere fissato al 30 maggio, dedicato agli autori di qualsiasi nazionalità, esordienti e non, con un’opera letteraria inedita, elaborata in forma di romanzo o raccolta di racconti
La casa editrice Neo Edizioni, fortemente indipendente, ha lanciato il suo primo concorso per la narrativa 2024, con termine ultimo per mandare le opere fissato al 30 maggio.
Il Premio Nazionale è dedicato agli autori di qualsiasi nazionalità, esordienti e non, con un’opera letteraria inedita, elaborata in forma di romanzo o raccolta di racconti.
L’autore dell’opera vincitrice del Premio ha diritto alla pubblicazione dell’opera in concorso da parte della Neo Edizioni nel corso dell’anno successivo alla data della premiazione. L’autore avrà diritto alla consegna della somma di € 1000,00. La somma sarà da intendersi quale anticipo sui proventi derivanti dalle vendite dell’opera, una volta pubblicata e messa in commercio.
Dicono che l’editoria italiana sia pavida. Che abbia paura di sporcarsi le mani con le opere coraggiose, sghembe e non convenzionali. Dicono che non ci siano lettori smaniosi di tuffarsi in qualcosa di ignoto. Qualcosa che anziché confortarli, li sorprenda. La Neo Edizioni di Angelo Biasella e Francesco Coscioni cerca ora di dimostrare che è possibile fare un’opera di scouting anche fuori dai radar convenzionali.
Vogliono tornare là dove sono partiti, battere di nuovo quei sentieri obliqui e impervi, per confermare che ci sono ancora zone inesplorate da scoprire. Vogliano tornare all’anno zero.
E per questo abbiamo intervistato Francesco Coscioni, sviscerando i punti nascosti della ricerca, e in particolar modo la suavisione sui racconti, sulle raccolte, sul rapporto con i lettori.
Come nasce l'idea di scegliere un concorso letterario dedicato anche ai racconti?
“La verità è che questo è il nostro primo concorso letterario, c'è dentro la Neo tutta. E, esiccome siamo grandissimi lettori di racconti e li pubblichiamo da sempre - la casa editrice ha esordito con un'antologia di racconti dissacrante, vedi “E morirono tutti felici e contenti” - non- non poteva essere altrimenti. Tra l'altro, oggi c'è questa idea che la short story sia qualcosa di appannaggio del nord America, ma l'Italia ha una tradizione di raccontisti fortissima, che va oltre il secolo. Tra l'altro, vedo una tradizione viva, capace di leggere e ridare la contemporaneità che vive, se penso alla scossa che sentii quando lessi “Mosca più balena” di Valeria Parrella... Fu la conferma di una nuova primavera che il racconto italiano stava vivendo. Quindi, racconti, insieme ai romanzi, assolutamente. Due forme di scrittura con una natura precipua, con regole narratologiche simili ma anche proprie e uniche.”
Il racconto può identificarsi come la forma letteraria tipica della contemporaneità?
“Non saprei, forse no. O meglio, potrebbe sposarsi bene con i ritmi della contemporaneità, con la perenne distrazione, ma proprio per questo stesso motivo anche il romanzo funziona molto, perché richiede immersionerichiede immersione, dedizione, tempo, ed evidentemente c'è ancora qualcuno a cui piace il tipo di fruizione che richiede. Con l'avvento degli sms, prima, dei social, dopo, in molti hanno creduto che il racconto potesse diventare la forma ideale di scrittura e fruizione letteraria, ma non è così. Chi legge letteratura, decide di cimentarsi con ciò che la lettura comporta; come dicevo, il racconto semplicemente è un'esperienza di lettura diversa dal romanzo, che però è anche adatta ad una lettura più “interrompibile”. Citando Carver, diceva che scriveva racconti per poter arrivare alla fine e non sentirsi frustrato dal non riuscire a terminare un romanzo, chiaramente per questioni di tempo. Il lettore di racconti magari è animato anche dalloa stesso slancio o esigenza.”
Qual è la storia di Neo editore sui racconti?
“Da sempre abbiamo puntato sui racconti. Al di là dell'antologia a più voci che ti dicevo - ne abbiamo pubblicate 5 - in catalogo contiamo altre 7 opere di un singolo autore. Nel 2010, due anni dopo la nascita della casa editrice, pubblicammo l'esordio di Paolo Zardi, Antropometria, una raccolta di racconti che resta miliare sia nella storia della Neo sia nel panorama del racconto breve in Italia. E, a distanza di 14 anni, abbiamo da poco pubblicato l'ultima sua opera che, guarda caso, è una raccolta di racconti lunghi, La meccanica dei corpi.”
Trovare una collocazione precisa dei racconti nelle librerie non è facile. Sembra di essere davanti a un circolo vizioso: si dice che i racconti non si vendono, e dunque non si vedono tra gli scaffali. È possibile oggi spezzare questo corto circuito?
In Italia c'è una sorta di po' un pregiudizio, è vero, probabilmente legato anche al fatto che in passato le raccolte dei racconti di scrittrici e scrittori diventati famosi con i romanzi, erano un po' una miscellanea di cose scritte in tempi differenti e con umori differenti, quindi opere uniche un po' deboli dal punto di vista della coerenza interna. A parer mio scrivere una raccolta di racconti efficace, solida, è più difficile che scrivere un romanzo. Il romanzo è animato da una Voce interna unica, da personaggi che per non tradire il patto con il lettore devono restare tali; cosa ben diversa è riuscire a fare qualcosa di simile quando ciascun racconto ha personaggi differenti, storie differenti, ritmi differenti, suggestioni differenti, Voci differenti. Qui l'autrice e l'autore devono piuttosto riuscire ad evocare uno sguardo, un'atmosfera riconoscibile, e devono riuscire a declinarla in racconti che cominciano e finiscono nell'arco di poche pagine. Se quindi scrittrici e scrittori, e con loro agenzie, editori e librai, avessero ben chiaro questo aspetto, probabilmente avremmo meno raccolte di racconti, ma quelle pubblicate sarebbero una bomba. Altro inganno è che a scuola, nelle antologie, piuttosto che far studiare i ragazzi su racconti conclusi, si preferisce farli lavorare sugli estratti dei romanzi, a questo punto la lettura e l'analisi si priva prima di tutto dell'intenzione narrativa dell'opera, che è difficile da afferrare, quando invece un racconto potrebbe ridare un'esperienza unica e unitaria (di lettura, di senso, di analisi).
Avete già un'idea su quale tipo di racconto potrà davvero interessare la Neo Edizioni?
“Ribadisco, è la raccolta di racconti che ci interesserà, non il singolo racconto. Insegnando in corsi di scrittura, ho letto spesso racconti meravigliosi ma destinati ad essere episodi unici, la vera bravura è scriverne di più, immaginarli destinati ad un'opera chiusa, con una coerenza di visione, e tenerli insieme. Prima di tutto, quindi, l'opera di racconti deve assolutamente avere una Visione interna, un unico sguardo e un'unica suggestione che la attraversi tutta, anche con racconti chiaramente diversi tra loro. Di sicuro non può essere una miscellanea, o un insieme di racconti lontani tra loro per ispirazione, atmosfera e stile di scrittura. Abbiamo purtroppo una contemporaneità che non smette il suo livello di complessità, c'è tanto materiale da indagare e raccontare.”
Stephen King diceva a proposito delle forme brevi nella narrativa che "Un racconto breve è come un bacio di uno sconosciuto nell'oscurità". Ma scrivere racconti di successo non è facile. Quanto è importante la ricerca di una voce autentica nella narrazione di una storia breve?
“È un po' quello che dicevo prima. Magari si riesce a scrivere un buon racconto, ma replicare questa bontà in altrettanti 7, 10, 15 racconti? Come nel romanzo, la ricerca e la costruzione di una Voce nuova e personale fa la differenza, non solo in termini di riconoscibilità da parte dei lettori, ma la Voce diventa lo strumento di indagine: ti costringe verso certi aspetti e ti costringe a tenerne fuori altri; ne esce così uno stile non solo di scrittura ma di indagine, di tematiche, di approccio. Per chiudere il cerchio di questa intervista, a proposito di Voce autentica e di baci di sconosciuti nell'oscurità, consiglio proprio “Mosca più balena” di Valeria Parrella e “Antropometria” di Paolo Zardi, esempi fulgidi in questo senso.”
Se fosti tu un candidato a questo concorso, quale aspettativa avresti? E cosa vorresti che una casa editrice facesse per te?
“È il concorso di una casa editrice che da sempre è ontologicamente votata alla ricerca di Voci nuove. Mi aspetterei una selezione attentissima ma, anche e soprattutto, una selezione che diventa ricerca, non soltanto rivolta quindi all'opera vincitrice, ma a opere che possano rientrare nei piani editoriali a venire. È un'occasione tanto per i partecipanti che per la Neo: loro hanno la certezza di essere letti e valutati, la casa editrice di fare uno scouting intenso e concentrato, senza distrazioni. Se fossi un concorrente, mi aspetterei questo, la serietà di un incontrarsi. Che è poi quello che facciamo per ogni nostro libro pubblicato.”
La lista delle tre opere finaliste sarà ufficialmente annunciata nel mese di luglio 2024. |
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Alberto Sagna |
30-05-2024
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